Modena, corteo SiCobas contro la repressione.

Più di 1500 persone, più del doppio di quelle nascoste il giorno dopo dai giornali locali.

Si presenta così la manifestazione nazionale del SiCobas a Modena contro la repressione e per la libertà sindacale. Già l’appello alla manifestazione risultava piuttosto chiaro:

La città di Modena si candida ad essere la testa d’ariete di un ondata repressiva senza precedenti alle lotte sociali: da sempre la repressione contro gli spazi sociali, contro il movimento per la casa e in quest’ultima fase contro il SI Cobas è emblematica.

Il tentativo di incastrare Aldo Milani che, partendo dal “teorema-Alcar Uno”, mira a indebolire e a rendere fuorilegge quel movimento dei lavoratori che grazie agli scioperi hanno riconquistato diritti e livelli salariali più adeguati; la scelta, voluta a tutti i costi di ospitare il centro di espulsione regionale contro gli immigrati; la propaganda costante sul “tema-sicurezza” ai limiti della paranoia; l’obbedienza cieca all’oltranzismo del governo Lega-Cinquestelle che ha portato Modena a diventare la “città-modello” nell’applicazione certosina di tutti i dettami reazionari governativi, prima col Decreto Minniti e ora col Pacchetto sicurezza di Salvini: questi solo gli esempi più lampanti di come la città di Modena sia diventata un laboratorio nazionale delle politiche antiproletarie e delle misure repressive, come dimostra il caso emblematico delle lavoratrici e dei lavoratori Italpizza.
Ciò non è casuale: la città di Modena, guarda caso è la stessa nella quale si registrano le più alte percentuali di evasione fiscale e contributiva e in cui più alta è la penetrazione economica delle organizzazioni criminali e mafiose, in primis proprio in quei settori produttivi dove più alto è il livello di sfruttamento della manodopera!

Non solo difesa di Aldo Milani dunque ma anche lotta e opposizione frontale all’attività reazionaria e razzista del governo, dalla reintroduzione del reato di blocco stradale (con pene che possono arrivare fino ai 12 anni di carcere) alla riapertura del Cpr in regione. Tanti i temi portati in piazza da SiCobas e movimenti (trai quali anche lo spezzone Mai Più Lager) in un corteo che ha letteralmente inondato e sospeso la tradizionale monotonia dello shopping e dello struscio del sabato pomeriggio nel centro cittadino.

 

Un lungo e rumoroso corteo infatti ha attraversato tutta la via Emilia partendo da largo Sant’Agostino per poi svoltare su Canalgrande, passare davanti al tribunale e terminare la manifestazione ai giardini ducali.

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In testa al corteo “le leonesse e i leoni di Italpizza“, protagonisti della dura vertenza che che prosegue senza soste da dicembre ma sono stati tanti gli interventi e le testimonianze lungo il percorso. Si è ricordato il pesante attacco subito dal SiCobas, con la Lega che, attraverso un’interrogazione in Regione Emilia-Romagna del 27 marzo, ha chiesto di fatto la messa al bando del sindacato. Oppure gli attacchi, tutti cittadini, provenienti da squallidi personaggetti locali in lizza per le elezioni per i quali si vede la libertà di manifestare è diventato un optional  degli interessi dei commercianti.

Uno degli interventi più significativi poi è quello che ha riguardato il Cpr della città e la sua imminente riapertura. Tematiche che sembrano slegate le une dalle altre e che i fili delle lotte ricuciscono perfettamente. Si parla di richiedenti asilo portati a lavorare (gratis ovviamente) al posto dei lavoratori in sciopero (intervento nel video) così come di opposizione reale all’attuale governo fascio-penta-leghista.

Dopo più di tre ore dalla partenza, il corteo arriva ai giardini ducali per gli ultimi interventi e per terminare la manifestazione nel cortile buono della città.

Il 6 aprile SiCobas e movimenti sono riusciti a dare una risposta piuttosto compatta all’escalation repressiva oggi in atto tanto Modena quanto in Italia e chissà che tematiche non proprio marginali quali la libertà sindacale e la repressione sempre più feroce verso ogni forma di dissenso non entrino in qualche modo anche nella stanca e noiosissima campagna elettorale cittadina.

 

 

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