Senza Quartiere: Festival delle Lotte Sociali Vol.2

Viviamo in una città, Modena, posizionata al centro di una regione in via di ristrutturazione.

A dieci anni di distanza dall’ultima ciclica crisi economica, si cominciano ormai a notare i primi nefasti effetti di una gestione del territorio dalla faccia vecchia ma dal respiro nuovo.

Territori e spazi cittadini velocemente riadattati e ricostruiti in base alle necessità del mercato (unico vero Dio indiscusso di questi tempi e delle sue politiche) e la città che diventa essa stessa oggetto di consumo pure a discapito di quelle garanzie minime che avevano caratterizzato un territorio che si voleva e si narrava decisamente ricco, tanto economicamente quanto socialmente.

Vecchie storie, che tuttavia nel 2019 occupano ancora lo stesso distorto campo percettivo di un luogo nel quale, oggi, prosperano nuove forme caporalato diventate esse stesse le basi sui cui si fondano i profitti aziendali delle “eccellenze” modenesi.

Un contesto in cui la forma-azienda viene garantita e riproposta in tutti gli spazi vitali che viviamo, dai posti di lavoro fino all’accessibilità dei beni e dei servizi. Una redistribuzione della ricchezza in cui la gestione del vecchio e superato welfare diventa, in alto, spartizione di fondi e appalti mentre, in basso, è sostituita dalla ricattabilità delle politiche di workfare. Traduzione: ti accaparri qualche misera briciola in base a quanto puoi essere funzionale.

A tutto questo si accompagna una crescente razzializzazione che gerarchizza e si insinua sempre più ferocemente nei rapporti sociali.

Nei quartieri e nei distretti della provincia dunque abbondano esempi tanto lampanti quanto vicinissimi a tutti noi: dai bandi per le periferie utilizzati esclusivamente come volano per l’economia, all’apertura di nuovi poli logistici per colossi nazionali e internazionali (GLS in viale Gramsci tanto per citare un esempio), dall’edilizia convenzionata progettata in funzione di appalti ai costruttori, all’edilizia popolare distrutta, privatizzata o mantenuta a garanzia dei canoni d’affitto piu alti per le agenzie.

Un contesto in cui politiche del decoro, decreti sicurezza e non ultimo la rimessa a regime dei CPR non hanno altra funzione se non quella di permettere una maggiore ricattabilità del corpo sociale sempre più a garanzia di investimento.

Piccola nota di colore: In una battuta di agenzia uscita sui giornali in questi giorni da parte di Lapam Confartigianato si cita come il distretto industriale (distretto carni in questo caso) rimanga ai vertici del mercato italiano nonostante “tante difficoltà determinate dalle proteste di sindacati e lavoratori”.

Nello stesso tempo, in questo territorio sempre sfruttato, mercificato e messo a valore, si formano tensioni, lotte ed esperienze che crescono e, oltre i cancelli, le strade e i momenti di mobilitazione necessitano di raccontarsi e riconoscersi.

A ormai due anni dalla nascita di SenzaQuartiere come spazio di contro-informazione, Lungi dalla possibilità di concedersi soste estive incontriamoci in questo secondo appuntamento per darci insieme un bilancio di un altro anno “vissuto pericolosamente”.

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