L’amministrazione tace ma chiama la digos.

Dopo la lettera al sindaco Muzzarelli e agli assessori Bosi e Cavazza, ieri pomeriggio, in occasione del Consiglio comunale, una delegazione della comunità nata intorno all’occupazione dell’Ex Cinema Olympia ha ricordato alla Giunta quanto le parole e gli impegni che essa stessa aveva preso non più tardi di tre settimane fa, siano riamasti lettera morta.

Qualche cartello e uno striscione e nulla di più, in una sala, quella del consiglio comunale, da sempre aperta al pubblico. Quattro cartelli sufficienti tuttavia  a far scattare l’intervento della Digos, una presenza che in Consiglio comunale si dovrebbe vedere molto raramente ma che, ultimamente, sembra stria diventando del tutto “normale”.

Nessun dialogo dunque da parte della Giunta, in perfetto stile politichese, che sembra essersi rimangiata tutte le belle parole spese solo poche settimane fa e polizia politica in Consiglio comunale.

Una “normalizzazione” preoccupante quella che sta avvenendo, dove dietro a toni in stile sceriffesco si sta progressivamente ma inesorabilmente, soffocando il tessuto sociale e solidale della città. Perché, come ha notato pure qualche illustre commentatore cittadino, la Digos in Consiglio comunale per una decina di zuvnót che tutti conoscono per nome e cognome più che una faccenda preoccupante è un qualcosa di ridicolo.
Peccato solo che ridicolo non significhi innocuo.

Pure il fascismo è stato sempre anche ridicolo eppure; eppure forse oggi in città il metro sul quale modulare il dissenso a Modena passa anche per queste piccole cose, quanto il male della banalità.

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